Prestiti personali cambializzati: attenzione ai profili social!
Per chi fosse interessato a richiedere un prestito personale classico o cambializzato (ossia regolato dall’emissione di cambiali) presso un qualsiasi istituto di credito, forse sarebbe bene leggere questo articolo.
I tempi cambiano per tutti, anche per le Banche: una volta, gli istituti di credito, prima di concedere un mutuo o un finanziamento, prendevano in esame semplicemente la documentazione portata dal richiedente, e informandosi presso gli organi competenti in merito a possibili cattivi stati di pagatore presenti: oggi, nel 2016, possiamo definitivamente affermare che le banche sono entrate in una forma di rilascio del credito 2.0: queste, infatti, oltre a tutti i controlli precedenti -che vengono in ogni caso mantenuti- effettuano un’attenta analisi dei profili social dei richiedenti credito.
Va segnalato che il controllo riguarda i più importanti, ovvero Linkedin, Facebook, Twitter.
Siamo ufficialmente entrati nell’era dei Big Data: queste parolone, che ai più possono non significare nulla, sono in realtà molto importanti in qualunque aspetto della nostra vita. Ovviamente questo vale anche nel settore dei prestiti personali, almeno stando a quanto riportato sul sito di www.prestiticambializzationline.com. Il mondo digitale sta via via assumendo un’importanza sempre maggiore nelle vite di tutti, e le informazioni che “lasciamo” nel web sono raccolte e classificate da chi ne ha accesso, ovvero i grossi pilastri del settore, nonché aziende ormai più importanti della Terra: basti citare Google, Amazon, Facebook e Apple.
Pensate, infatti, a quante informazioni disperdiamo nella rete: un post su Facebook, un link in Linkedin, o semplicemente il riepilogo dell’attività fisica giornaliera del nostro iPhone: tutti dati che non vengono persi, ma archiviati da questi colossi, che hanno fatto della vendita delle informazioni personali degli utenti una delle più grosse forme di lucro della loro economia.
Tutto perfettamente legale, va detto: quando accettiamo il contratto di una nuova App scaricata o di un nuovo smartwatch acquistato, accettiamo anche questa tipologia di compravendita dei dati personali.
E fra gli acquirenti di questi dati personali ci sono anche le Banche: in caso di necessità di verifica, infatti, gli istituti di credito sanno dove recuperare le nostre informazioni personali. E, probabilmente, saranno molto più restii a rilasciare un prestito o un finanziamento a chi ha appena perso il lavoro (segnalato in Linkedin), a chi ha problemi fisici gravi (riscontarti dalle varie app di monitoraggio del fisico e dell’attività quotidiana), o a chi, semplicemente, ha un profilo non di gradimento per le Banche.
Attenzione, quindi, a ciò che pubblicate o che disperdete nel web: tutto rimane tracciato, e tutto è perfettamente consultabile.